Che emozione, quando in una famiglia si aspetta l’arrivo di un bambino! Ci sono tante cose cui pensare e da preparare: la borsa per l’ospedale e il corredino per i primi mesi; il passeggino e l’ovetto per la macchina; poi tutto il necessario per la cura e l’igiene, dai pannolini alle creme fino alla vaschetta.
Ma ciò che coinvolge più di tutto i futuri genitori è pensare a come arredare la cameretta neonato; uno spazio tutto suo in cui accoglierlo fin dai primi giorni, ma che deve anche già essere progettato per il futuro. Per questo esistono le camerette configurabili, pronte a trasformarsi rapidamente all’altrettanto rapida crescita del bebè.
Dalla culla al lettino
La culla sarà il primo nido del piccolo, il primo spazio in cui imparerà a muoversi. Un tempo questa era una struttura a sé stante, sostituita dal lettino solo in un secondo momento, ma è una scelta non conveniente: in meno di tre mesi, il neonato non starà più comodo nella culla. Meglio allora pensare subito a un lettino con sbarre con riduttore interno, capace di accogliere il bebè contenendolo in uno spazio intimo. Quando sarà il momento, basterà eliminare il riduttore e il lettino sarà già pronto; con il vantaggio, oltretutto, che il bambino sarà già abituato a quella struttura e la sentirà propria.
Dal fasciatoio alla cassettiera
Un altro elemento indispensabile è un comodo fasciatoio. Considerando che un neonato nelle prime settimane ha bisogno di essere cambiato anche 8 volte in un giorno, non si può adattarsi a soluzioni di fortuna. Serve un mobile della giusta altezza, per non affaticare la schiena di mamma e papà, con un morbido materassino. Sotto i cassetti conterranno pannolini, detergenti, tutine e tutto ciò che serve per il cambio.
Col tempo però il numero di cambi diminuirà, fino a sparire quando, dopo i due anni, si abbandoneranno i pannolini. A quel punto, lo stesso mobile farà da cassettiera per vestiti e qualche gioco. Il materassino sparirà per lasciare posto a un ampio ripiano su cui poggiare libretti e pupazzi.
I colori: tenui e delicati
C’era un tempo in cui all’arrivo di una femminuccia la casa diventava un tripudio di rosa, mentre per i maschietti si tingeva tutto di blu. Oggi si sta andando verso una nuova direzione. Intanto i colori sono genderless, quindi non ci sono più tinte appannaggio di uno dei sessi; di conseguenza, si dà la priorità ai colori neutri e tenui.
Questo ha due conseguenze positive. Per i bambini un ambiente caldo e accogliente, con colori terrosi e delicati; spazio quindi ai toni del marroni, del verde e del bianco, dall’avorio al crema, meglio se in tinte pastello.
Per i genitori invece il vantaggio di creare un ambiente rasserenante senza stereotipi e, inoltre, di risparmiare qualcosa al momento dell’arrivo di un secondo genito di sesso diverso. E anche questo non fa mai male.
Spazio per il gioco libero
Infine, meglio lasciare a terra lasciare uno spazio libero, mettendo magari un tappeto gioco. Qui il bambino imparerà a strisciare e a gattonare, poi più avanti sfrutterà la sua fantasia per essere creativo con costruzioni, puzzle e colori.