La villocentesi è un test invasivo che prevede il prelievo dei villi coriali e che viene consigliato in alcuni casi specifici per diagnosticare o escludere eventuali anomalie genetiche o cromosomiche del feto. Può essere fatto a partire dalla 10 settimana di gravidanza e come vedremo tra poco è simile per certi aspetti all’amniocentesi: entrambi questi esami sono infatti invasivi e hanno lo stesso scopo. Le donne in gravidanza alle quali viene consigliato di effettuare la villocentesi provano spesso timore e preoccupazione prima di sottoporsi a questo esame perchè è invasivo e hanno paura che possa fare del male al bambino.
Oggi faremo chiarezza e vedremo quando e perchè può essere utile fare la villocentesi, quali sono i rischi e come si svolge questo esame.
Villocentesi: cos’è e a cosa serve
La villocentesi è il prelievo dei villi coriali, ossia di una piccola parte di tessuto fetale che andrà a formare la placenta e ha lo scopo di diagnosticare eventuali anomalie genetiche e cromosomiche del feto. L’esame viene effettuato prelevando direttamente un campione attraverso un ago che viene inserito direttamente nella pancia della futura mamma. Mediante l’ecografia, si riesce a monitorare la sede del prelievo in modo da effettuare un’indagine precisa riducendo al minimo il rischio di intaccare altre zone. Sicuramente si tratta di un esame invasivo, ma la villocentesi non è eccessivamente dolorosa: si può avvertire la sensazione di aspirazione o un leggero dolore ma si tratta comunque di una sensazione di breve durata e sopportabile.
Quando viene consigliata la villocentesi
La villocentesi non è obbligatoria in gravidanza, anzi essendo invasiva viene spesso sconsigliata alle donne che non presentano fattori di rischio. Solitamente questo esame viene consigliato qualora la futura mamma dovesse presentare uno o più fattori di rischio legati alla possibilità che il feto sviluppi anomalie genetiche o cromosomiche ossia nei seguenti casi:
- Età della madre superiore ai 35 anni;
- Precedente figlio affetto da patologie genetiche o cromosomiche;
- Storia familiare di patologie genetiche o cromosomiche;
- Risultati dubbi su precedenti ecografie come la morfologica.
Rischi per la madre e per il feto
Uno dei maggiori rischi della villocentesi riguarda l’aborto e quindi la perdita del bambino, ma al giorno d’oggi le probabilità che questo si verifichi sono intorno allo 0,22%. Per quanto riguarda la madre invece, questo esame si può considerare al giorno d’oggi abbastanza sicuro. In passato i rischi erano diversi: dalle infezioni intrauterine e contrazioni sono ormai rarissime al giorno d’oggi.
Villocentesi: costo e informazioni
La villocentesi non è più erogata gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale, a meno che la donna non presenti un fattore di rischio effettivo. L’età superiore ai 35 anni non è più un fattore valido, da solo, per poter eseguire questo esame gratuitamente attraverso la mutua. Se quindi la madre vuole sottoporsi alla villocentesi e non presenta fattori di rischio al di là dell’età avanzata, deve sostenere la spesa che può essere anche molto elevata. Nelle strutture private la villocentesi può arrivare a costare anche più di 1.000 euro.